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La tradizione del lavoro a maglia

Di tutti i cosiddetti “mestieri domestici”, il lavoro a maglia rimane il più carico di stereotipi nell’immaginario pubblico. Mentre la cucina e il giardinaggio si sono per lo più sbarazzati delle associazioni con il “lavoro delle donne”, il lavoro a maglia, per la persona media, evoca ancora le immagini di un’anziana donna bianca, seduta su una sedia a dondolo o in una cerchia di suoi coetanei. In effetti, questo assunto demografico descrive solo una frazione della comunità mondiale di maglieria, che è sbocciata nel 21° secolo. In quanto sfogo creativo con benefici terapeutici, ha dimostrato di essere un’attività di tendenza nella vita in isolamento per persone di varie età e background. E recentemente, anche il lavoro a maglia è diventato di moda, grazie a una nuova generazione di designer, che stanno trasformando la pratica “vecchio stile” in una forma d’arte di alta moda.

Il lavoro a maglia (derivato dalla parola “nodo”) è il processo di utilizzo di due o più aghi per creare un tessuto costituito da una serie di anelli interconnessi. La storia documentata della maglieria inizia con un paio di calzini dell’Antico Egitto, dal 3° al 5° secolo d.C. La complessità strutturale dei primi calzini, tuttavia, suggerisce che il lavoro a maglia sia molto più antico di quanto gli archeologi possano provare.

La lavorazione a maglia si è diffusa dal Medio Oriente all’Europa attraverso le rotte commerciali del Mediterraneo nel XIV secolo e ha persino una propria documentazione storica dell’arte; La visita dell’angelo del maestro Bertram di Minden – in cui la Madonna è raffigurata mentre lavora a maglia – risale al 1410. Gli indumenti in lana lavorati a maglia divennero popolari nel Regno Unito dal Medioevo in poi, grazie alle loro qualità di resistenza agli agenti atmosferici, in particolare tra soldati, marinai e lavoratori . William Lee di Calverton inventò la prima macchina per maglieria tecnica nel 1589, che trasferì la maggior parte dell’industria dalle città rurali ai centri urbani.

Sia le donne che gli uomini hanno lavorato a maglia professionalmente per secoli e fu solo tra la metà e la fine del 19° secolo che fu associato alla vita domestica. L’autrice e storica Penelope Hemingway dice a BBC Designed: “Per le classi medie, è diventato un hobby da salotto, consegnato alla parte della vita delle donne vissuta negli spazi tra le vite più pubbliche degli uomini. Questa “femminizzazione” ha portato a percepire il lavoro a maglia come una perdita di tempo “oziosa”; una ricerca femminile da seguire al sicuro dall’interno della gabbia della domesticità.

Il lavoro a maglia ha avuto alti e bassi nel corso del 20° secolo


Il lavoro a maglia è rimasto un’abilità utile per le persone con risorse limitate o disabilità al fine di guadagnare reddito, che secondo Hemingway ha anche contribuito alle sue associazioni con le generazioni più anziane. “In un’era prima del welfare state e delle pensioni, era un modo in cui gli anziani potevano rimanere economicamente attivi”. Le sue associazioni con le casalinghe divennero più pronunciate dopo le guerre mondiali e la Grande Depressione, quando le donne furono incoraggiate a lavorare a maglia per lo sforzo bellico, o si dedicarono a lavorare a maglia e rammendare per necessità; il lavoro a maglia mantiene ancora connotazioni con le strutture familiari, i ruoli di genere e i gusti delle donne che l’hanno abbracciato molto tempo fa.


 

 

 

La lavorazione a maglia sta vivendo un periodo di rinascita negli ultimi anni, forte di una tradizione molto radicata nella popolazione, insieme a una voglia collettiva di ritornare a una vita più semplice e meno frenetica di quella proposta dalla società moderna. Vi è una proliferazione di corsi sulla materia, chiunque voglia imparare a lavorare a maglia non deve far altro che scegliere tra le decine di offerte disponibili sul mercato.

L’Italia ha sempre avuto una forte influenza sulla lavorazione a maglia, specie nel campo della moda, dove continua a farla da padrone ai giorni nostri. Il Made in Italy è sinonimo di qualità, stile, e creatività. Già nel 1500 la sartoria Italiana era tra le preferite dai sovrani, insieme a quella Spagnola, paese con una delle scuole più importanti per il lavoro a maglia.

Il lavoro a maglia è sempre stato di vitale importanza per l’Italia, non solo in quanto patria della moda sin dalla fine del Medioevo, ma anche in quanto paese esportatore di lana e prodotti derivati da essa.

Sin dal Medioevo, dove l’agricoltura era la principale forma di sostentamento, mentre gli uomini lavoravano nei campi e nell’allevamento del bestiame, le donne sfruttavano la lana delle pecore allevate per creare vestiti per i propri familiari. I servizi di sartoria erano riservati alle classi più abbienti, ed erano proprio le classi più abbienti a sfoggiare le creazioni più colorate e particolari.

L’importanza e la diffusione del lavoro a maglia è dovuto anche al fattore sociale. Negli anni ’30, ’40, e ’50, era normale ritrovarsi in stalla per lavorare tutti insieme, visto che in stalla faceva più caldo che in casa, e lì lavoravano la lana di pecora e creavano calze e maglie lavorate su quattro aghi, discorrendo sulla giornata e sugli avvenimenti dell’epoca.

Negli anni ’60 e ’70 si diffuse tra i militari l’usanza di creare scialli in lana e seta, e in genere li regalavano alle proprie fidanzate, o alle proprie famiglie, questi scialli venivano creati su telai rudimentali, in genere riciclati da cornici di finestre.

L’arte del lavoro a maglia è oggi oggetto di numerose fiere sparse su tutto il territorio nazionale. Particolare attenzione viene riposta il 9 giugno, la giornata mondiale del lavoro a maglia in pubblico, con manifestazioni su tutto il suolo Italiano ed Europeo.

Poche botteghe di maglieria sopravvivono ancora, a questo punto della propria esistenza si preoccupano di fare lavori su misura, puntando a una maggiore qualità e personalizzazione del prodotto per sopravvivere, a differenza di una volta, dove era il volume di vendite a farla da padrone.

Il lavoro a maglia si è così spostato dalla produzione di massa al mercato di lusso, basta fare un giro su Etsy per vedere che oggigiorno gli oggetti lavorati a mano sono visti come più pregiati.

Il ritorno del lavoro a maglia come passatempo di preferenza è stato anche incentivato dal web, i corsi che ho menzionato prima non si tengono solo in prima persona, è sufficiente aprire YouTube o Google e verremo inondati di video su come creare qualsiasi tipo di lavoro.

fonte: https://ferrodamaglia.com

Margherita Boccoli

Margherita Boccoli
Artista, madre, moglie, blogger, appassionata compulsiva di tutto quello che è creatività con i filati e i tessuti in generale.

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